Lettura Abusiva Lire 10

un blog di Alessandro Nasini

Netiquette

Un tempo su internet valeva la "netiquette", un insieme di regole informali eppure mandatorie se volevi essere un membro legittimo della "community di internet" (noi dinosauri del web la chiamavamo così, nel webozoico). Tra le regole mai scritte ma più ferree c'era quella che se copiavi il post di un altro senza citarlo facevi una pessima figura, tanto pessima che in alcuni gruppi tipo FriendFeed (un adorabile postaccio...) venivi massacrato e ci mettevi delle settimane, dei mesi o anche mai per recuperare la faccia. Secondo me erano bei tempi.

Adulto e vaccinato.

Due settimane fa ho ricevuto la seconda dose del Vaccino AstraZeneca.

Quasi nessun effetto post vaccino fatto salvo un leggero indolenzimento al braccio. Niente febbre, niente senso di stanchezza della prima dose: direi che è andata bene, meglio di quanto sperassi.

Continuo a leggere di effetti avversi a questo ed altri vaccini e francamente ho deciso di rinunciare ad avere una mia opinione a riguardo. Ho letto in questi mesi di tutto ed in contrario di tutto sui vari vaccino e sull'AstraZeneca in particolare.  A questo punto, stando a quanto mi è dato sapere, sono nel "pieno" della copertura. Se tutto è andato come doveva, se il mio organismo ha fatto il suo dovere reagendo opportunamente e prontamente, se un'altra decina di cose che potevano andare storte sono andate invece per il meglio. 

Mi rimangono tanti dubbi (credo si sia capito) non fugate dalle informazioni ricevute dai vari canali - ufficiali e meno ufficiali - che è forse la cosa che più preoccupa me, la mia famiglia e credo molti di voi. La quasi assoluta mancanza di una unica voce a cui affidarmi ed affidarsi. Ok, la medicina non è la fisica e non è matematica e non è scienza esatta al 100% (troppe variabili, avrebbe detto il mio Prof del liceo) ma certo che così è davvero oltre la mia comprensione. A distanza di quasi 16 mesi ancora non ho letto un "protocollo" ufficiale che mi dicesse in modo preciso come comportarmi e come valutare (io, come individuo...) il rischio effettivo.

2019: L'anno del ritorno (dei blog)

Leggevo qualche giorno che qualcuno vaticinava per il 2019 il ritorno dei blog. Un ritorno alla grande, addirittura. 
Come idea non mi dispiacerebbe, e lo dico da "primo dei colpevoli" quanto a latitanza nello scrivere sui miei, di blog.
Vedremo. E vedò se mi riuscirà, travolto da altri "luoghi" nei quali posto con frequenza e costanza (Facebook, ad esempio), di ridare un po' di vita alle mie cose.

Passata la festa, rimane la zucca.

Anche per quest'anno abbiamo archiviato la notte di Hallowen. A me come festa diverte, anche se non l'ho mai festeggiata.
Però per l'anno prossimo propongo una variante: le zucche verdi scure nostrane al posto di quelle arancioni. Perché quelle nostrane hanno un ottimo sapore ed possiamo farle al forno dopo la festa, mentre quelle arancioni sanno di poco o di nulla.

Fa caldo. Per noi uomini di più. Molto di più.

Oggi un amico su Facebbok si lamentava del fatto che noi uomini d'estate siamo discriminati, costretti a vestirci con capi pensati per tutto tranne che affrontare il caldo.

Concordo e sottoscrivo: sono anni che sogno di poter passare - come look estivo - a comode ed eleganti sahariane e scarpe da deserto.

Avete mai pensato a quanti strati di tessuto compongono il collo di una camicia da uomo? Velo dico io: almeno sei. Se poi aggiungiamo la cravatta, gli strati diventano ben 9.

Nove strati di tessuto, spesso con tre strati di materiale sintetico (il rinforzo del collo della camicia e l'anima della cravatta) stretti intorno al collo di noi poveri maschi. E dovremmo continuare a ragionare in modo sensato e voler bene alla nostra collega in canottierina di seta seduta allo stesso tavolo da riunioni?

Noi uomini non siamo così santi :-D

 

Addio Roma2024

E così, con motivazioni che ritengo insostenibili sotto ogni aspetto, arriva la notizia che la candidatura di Roma per le Olimpiadi del 2024 verrà ritirata.


Un altro sogno svanito, un'altra occasione di provare ad essere una città normale persa a tavolino.

Molte cose da aggiustare, per costruirne altre.

Primo giorno di vacanze. Vacanze mentali soprattutto, che userò per aggiustare parecchie cose (non solo in senso metaforico) e progettarne e costruirne molte altre.

Vacanze cominciate andando al mercato, arrivandoci con calma quasi a mezzogiorno. Ho comprato molta frutta a pochi euro e degli sgombri fantastici a 3 euro al kilo che deciderò tra poco se fare alla griglia o bolliti (e poi sott'olio). Per me è un lusso vero andare al mercato, prendermi il tempo per guardare i banchi, tornare indietro per delle albicocche già viste più belle delle successive, una lattuga con una forma che mi piaceva di più. Impiegare quasi due ore, scambiando una chiacchiera ed una battuta con ognuno dei banchi dove ho comprato qualcosa.

Il proprietario del banco del pesce - che ad agosto sarà aperto, evviva, posso tornarci per tutte le vacanze - mi ha raccontato tutto di due pesci che non avevo mai visto prima. Dove ho comprato delle spettacolari pannocchie da arrostire me ne hanno scontata una su 6, di loro iniziativa. Al banco della merceria ho comprato per 4 euro un set di aghi da calzolaio con i quali aggiusterò le mie scarpe da barca preferite da più di 15 anni, che la marca con l'albero ha follemente deciso di non produrre più.

Penso proprio che domani farò il calzolaio. Già so che sarà fantastico.

 

Povero blog, come ti ho trascurato...

Povero blog, ti ho davvero trascurato. Scrivo un sacco, scrivo in tanti posti, e qui che dovrebbe essere il cuore di tutto non ci scrivo mai. Promesso, con il 2015 vengo a scriverti piĆ¹ spesso. Giuro. 

Lettura abusiva Lire 10

Da oggi, da ora, questo blog cambia nome il "Lettura abusiva Lire 10". Non chiedetemi perché. Dopo più di 40 anni, il dolore è come se fosse ieri.

Gabbiani a Roma

Vengo svegliato dai gabbiani alle 5:30 del mattino. Atterrano sul tetto di casa ed iniziano a vociare fragorosamente come fossero sul molo di Fiumicino. Credo fossero un paio.

Non ho mai amato i gabbiani, un non-amore che credo mi abbia trasmesso mio papà. "I gabbiani sono uccelli sporchi" diceva. Ed io ora ce li ho sul tetto. Speriamo sia stato solo un atterraggio casuale e non diventi un'abitudine.