Lettura Abusiva Lire 10

un blog di Alessandro Nasini

Shoot 4 Change

"S4C, Shoot For Change, is a platform of iniatives carried out by photographers (both pros and amateurs), designers, artists and other dreamers who think that we can actually change life little by little. It’s not intended to be solely a charitable organisation but an hub of experience and best practices. Being an open initiative we are alreay linked (and it could not be otherwise) with our USA friends of ShootForChange.com This website and blog will be at disposal of whoever wants to raise attention to social issues and how to tackle them with our creative talent… Enjoy it and…. CLICK"

Qualche giorno fa, dopo aver fatto la conoscienza di Antonio Amendola grazie agli amici di THE HUB ROMA ho deciso di aderire anche io a S4C.

Scatto per passione da più di quarant'anni, da quanto il mio nonno materno mi regalò una Kodak Instamatic 25 per il mio settimo compleanno, e scatto per lavoro da una ventina o qualcosa di più. Ho fotografato e fotografo un po' di tutto e con un po' di tutto, dalle usa e getta alle 6x9, passando per le Polaroid. Non avevo mai pensato di "cambiare il mondo con un click" prima di incontrare Antonio e certamente non sarò io a riuscirci, certissimamente non da solo, ma da qualche giorno mi considero arruolato per il tentativo.

LIberali o menefreghisti?

La libertà di espressione è un diritto sacrosanto, ma non condivido debba essere esteso meccanicamente al diritto di calunnia, quello di oltraggio, al diritto di bestemmia ed in generale alle espressioni che, sebbene in modo meno sanguinolento di un Duomo in pieno viso, possono ferire gravemente il destinatario. Si sta tragicamente affermando il concetto che aggredire verbalmente un “avversario”, indipendentemente dalla violenza e dal contesto in cui lo si fa, sia un comportamento lecito. E farlo on-line sia ancora più lecito, perché non scorre del sangue. La cosa non mi piace per nulla. Abbiamo ormai capito che il “mezzo” non si autoregola, non trova un suo limite e non si auto-migliora. E allora, che facciamo? Rimaniamo in attesa di cosa? La “via Maroni” no; siamo tutti d’accordo. Quale allora? Certo è che far finta che il problema sia un trascurabile effetto collaterale di un radioso successo dei nuovi mezzi di comunicazione non mi pare atteggiamento serio e, per dirla tutta, non è da liberali è da menefreghisti.