Comunicazione non è Comunicare? 27 March 2009 anasini (0) Compatibilmente con i postumi di una influenza a dispetto del vaccino fatto, influenza fatta in piedi come di regola per ogni imprenditore, ho trascorso un po' di tempo al Forum della Comunicazione. Una bella agenda, presenze importanti, una buona occasione comunque per devirtualizzare un po' di conoscenze facebookkiane e linkediane e la curiosità di annusare l'aria, spiare la concorrenza (essì, sembriamo tutti amici ma al dunque, quando sul tavolo del cliente arrivano tre offerte...) e cercare sempre di imparare qualcosa. Complice la quasi afonia (per chi comunica di mestiere meglio una gamba rotta della laringite) ho parlato poco e ascoltato molto. Ascoltato molte, anzi troppe cose che non avrei voluto sentire. Passi per l'uso spericolato della sintassi, passi per le espressioni gergali (ok per medici, avvocati, ingegneri... ma non per i comunicatori!) però troppe chiacchiere, troppe. Ho ascoltato troppi addetti ai lavori raccontare quasi vantandose che "su Facebook loro non ci sono perchè si perde troppo tempo", che la televisione generalista non deve temere per il suo futuro, che loro vent'anni fa erano già in rete (però su CompuServe e AOL non ricordo di averne incontrato uno...) che le aziende sono governate (quasi tutte) da manager ignoranti e zoticoni che non leggono e non vanno a teatro. Ho avuto la stessa sensazione di quando guardo in tv l'ennesimo documentario sui dinosauri. Animazioni popolate da tirannosauri e pterodattili un po' plasticosi che si muovono a scatti ma che comunicano la loro granitica convinzione di essere padroni del globo terraqueo. Candidati a rimanere tali per sempre. Gran brutta fine hanno fatto. Ho sentito dire in almeno due terzi degli incontri che "le aziende non sono in grado di cogliere le opportunità offerte dai social network" e che non capiscono che "c'è una magnifica occasione per generare valore". Tutto vero, tutto già sentito e tutto un po' noioso. Molte diagnosi, poche le cure proposte. Tanta paura di comunicare, pochissima voglia di fare rete. Ho sentito anche alcuni spunti interessanti, trovato qualche conferma delle buone potenzialità di progetti in pentola, ma certo mi aspettavo di più e di meglio. Più confronto e discussione (tra i relatori e con il pubblico in sala), una formula più snella (il social networking, il 2.0, non vale la pena di farlo anche de visu?), una connessione wi-fi funzionante (non ci crederete, si può fare!), più ragazzi e ragazze con meno di trent'anni, meno volantini e depliants, meno penne omaggio e meno caramelline griffate. Peraltro nemmeno tanto buone. Ma forse, chissà, sono un po' dinosauro anch'io e non ho capito.