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un blog di Alessandro Nasini

Fatto trenta, perchè non trentuno?

Non amo molto volare. Non mi piace il fatto che dalla porta di casa al posto in aereo ci debbano essere tutte quelle complicazioni, i controlli, le attese, le scarpinate nei terminal. Se non amo volare odio invece profondamente il treno, forse retaggio di alcuni interminabili viaggi in treno da bambino. La scorsa settimana però, dovendo andare prima a Bologna e poi a Milano mi sono fatto convincere (non senza lottare strenuamente) a prendere un treno al posto dell'auto o dell'aereo. "Ora c'è il Freccia Rossa" mi hanno detto tutti in coro a studio. E Freccia Rossa è stato. Prenotazione online, sms di conferma arrivato come promesso, biglietto elettronico stampato da PDF perchè non si sa mai. Bagaglio per una sola notte, un solo cambio di biancheria e camicia. Il fidato portatile HP (se portatile si può chiamare una Mobile Workstation da 3 kili e mezzo + alimentatore...) ed il Mini-Note HP 2133 alla prima vera trasferta. Si può vivere 48 ore con gli stessi boxer, non 12 senza internet. Il Freccia Rossa si presenta bene: rosso, filante, possente, sembra in effetti più un aereo senza ali che un treno. Il posto di seconda è stretto e lo schienale a 90° come sul vecchio pendolino ma tant'è. C'è però il tavolino alla giusta altezza ed una presa di corrente per ogni posto a sedere. Certo una presa Schuko non c'è, meno male che ho cambiato il cavo del "portatile" prima di partire, sennò con la presa standare ci facevo il brodo. Comunque, veniamo al viaggio. Il treno è partito puntalissimo, arrivato altrettanto puntuale ed a parte qualche breve tratto un po' dondolante il viaggio è stato confortevole. Salvo che per una cosa, anzi due: il segnale del cellulare è andato e venuto per tutto il viaggio a prescindere dai passaggi in galleria e non sono riuscito a mantenere una connessione internet via Vodafone decente se non per brevi tratti. Un vero peccato, non tanto per le telefonate e non tanto per le mie quanto per i continui improperi dei miei compagni di scompartimento ad ogni "caduta" della linea, quanto per la connessione. HSDPA a tratti, UMTS ogni tanto, GPRS poco, vuoti di segnale troppi = navigazione a singhiozzo ed extranet pressochè inaccessibile. Nella mia carrozza c'erano almeno altre 25 persone nelle stesse condizioni con chiavette, telefonini o schede di vari carrier. Fatto trenta, perchè non trentuno? Sarebbe tecnicamente possibile garantire wi-fi a bordo con velocità accettabile, magari anche in galleria? La risposta è si e non mi risulta con costi inaccettabili anche senza far pagare un sovrapprezzo (al quale sarei anche disposto) ai passeggeri. E allora, a quando il trentuno?

Chris Anderson: ''L'energia e la futura Silicon Valley''



Dalla Silicon Valley stiamo passando alla Sun Valley. Noi possiamo solo sperarlo, Chris Anderson ce lo da per certo: Obama lo ha deciso e quindi si farà. D'altra parte la Silicon Valley è negli States, mica qui in Italia.

Ho avuto il piacere di ascoltare il direttore di WIRED nell'incontro ''L'energia e la futura Silicon Valley'' organizzato dall'Enel a Roma il 5 febbraio. Un incontro di un'ora e mezza molto ben condotto da Antonio Capranica grazie al suo inglese fluente e alll'occasione di un tema caldo: proprio ora che tante aziende della Silicon Valley sentono pesantemente la crisi, saranno in grado di mantenere la corsa verso quell'innovazione che dovrebbe rappresentare una chance per il futuro di tutti?

Chris Anderson non ha mostrato dubbi: la risposta è si, certamente. L'innovazione ci salverà (noi come umani e ambiente...) perché la disponibilità di soluzioni "green" porterà alla diffusione di una maggiore coscienza e responsabilità. Persino lui - così ci ha raccontato - che aveva in auto il piede pesante ed amava correre, da che guida un'auto ibrida è stato portato gradualmente ad assumere comportamenti virtuosi. Il solo leggero rumore provocato dal passaggio dall'alimentazione elettrica a quella a benzina ha finito per provocargli un senso di disagio. Un "click" che funziona da allarme del passaggio (con l'aumento della velocità) dal comportamento virtuoso a quello irresponsabile.

La cosa mi ha dato da pensare. Cosa succederebbe se nelle nostre case, negli uffici, al superare di una certa soglia di consumo elettrico suonasse un garbato allarme? Correremmo a spengere una lampada dimenticata accesa, abbasseremmo lo scaldabagno di cinque gradi o faremmo finta di nulla? E se dopo qualche minuto l'allarme diventasse da garbato ad imperioso?

Se insomma progresso tecnologico ed educazione procedessero il parallelo, magari grazie alle possibilità che la tecnologia stessa offre a quattro soldi, non potrebbe esserci un futuro "verde" che da remoto diventa prossimo?

Voglio provare a ragionarci meglio, magari partendo dalla realtà di casa o dello studio. Niente di clamoroso, ma un piccolo aiuto che ogni giorno accompagni me per primo e chi vive o lavora con me ad utilizzare le risorse in modo più furbo. Se riesco a produrre qualcosa di utile vi avverto, ma se fate prima voi non siate gelosi: la mia e-mail l'avete.

Chi vuole 1 Euro in regalo?

Ho deciso di dar via ad una mia personale e probabilmente inutile battaglia contro il gratis ed ho stabilito anche un sontuoso budget per il primo mese di lotta: 10 Euro.

Il piano è semplice: donerò 1 (uno) Euro ciascuno ai primi dieci (10) siti che vorranno autosegnalarsi quali meritevoli di attenzione per la qualità dei loro contenuti. Inviterò i miei contatti a fare altrettanto. Continuerò a  farlo per i prossimi sei mesi, intanto per cominciare.

Perché lo faccio? Per una ragione molto semplice: non mi piace in concetto di gratis. Perché è gratis prendiamo due copie della free-press di quartiere, tre matitine all'IKEA, sette tovagliolini per involgere il tramezzino al bar e 25 segmenti di carta igienica nel bagno dell'ufficio. Con la stessa leggerezza, scarichiamo duecento video dai vari *tube, mille brani più o meno legalmente, per non parlare del software: meglio non farsi mancare nulla e fare le formiche. Tanto è gratis.

Non necessariamente le cose costose hanno anche un valore - potrei intratterervi con un lunghissimo elenco di esempi - ma certo il sapere che tutto ha un valore (anche se minimo) porta a considerare molte cose in modo diverso. E a non accumulare "cose" che poi non avremo nemmeno il tempo di utilizzare.

Sul web, dove trascorro buona parte del mio tempo, ci sono un sacco di siti interessanti, alcuni molto interessanti, assolutamente gratuiti ma che con un minimo contributo periodico (o una-tantum) da parte di una ragionevole percentuale dei frequentatori potrebbero fare un salto di qualità. Intanto comincio io. Con 10 Euro.

Chi ci sta, metta il dito quì sotto!