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un blog di Alessandro Nasini

C'è Lost e Lost

Ebbene si, lo confesso: non sino al pomeriggio di domenica non sapevo chi fossero i Lost. Per me "Lost" è un telefilm, uno dei miei preferiti, ma che fosse anche il nome di un gruppo musicale lo ignoravo. Per di più italiano. Oddio, da quello che ho sentito suonare, "musicale" è una espressione un po' forte.

Domenica, da FNAC a Roma, ho scoperto della loro esistenza e del fatto che hanno un grosso seguito, almeno a giudicare dalle circa duecento ragazzine urlanti che erano presenti al loro concerto dal vivo, cosa della quale sono rimasto piuttosto impressionato.

Una piacente cinquantacinquenne, che accompagnava la figlia, mi si è rivolta giustificandola con un "beh, in fondo noi facevamo lo stesso con Rita Pavone". Dovevo avere un aspetto tremendo se la signora mi ha accomunato a lei per età, e questo passi (insomma...) ma io fan urlante della Pavone non sono mai stato, ci tengo a sottolinearlo. E non solo per un fatto anagrafico. Per la verità mi piaceva molto Caterina Caselli, ma ero ancora troppo piccolo per avere alcun tipo di pulsione. Ma questo alla signora di domenica non l'ho detto.

Natale al tempo della crisi: due passi all'Auditorium



Come ormai abitudine natalizia da qualche anno a questa parte, ho deciso di fare due passi all'Auditorium Parco della Musica a Roma. Sul loro sito avevo visto che la tradizionale manifestazione "Natale all'Auditorium" era confermata, con un programma piuttosto ricco. Bene, ho pensato, sarà divertente e magari riuscirò a farmi avvolgere da un po' di spirito del Natale.

Arrivato con tutta la famiglia a destinazione sono rimasto di stucco: dov'erano gli alberi di Natale? Dov'erano le casette degli gnomi dalle quali l'hanno scorso ho faticato a recuperare i figli? Non c'erano, sostituiti (e solo in parte) da quattro chioschetti di bibite. Mamma mia che tristezza. Ma possibile?

Possibile si, eccome. Ma non c'era un altro modo? Non era meglio nulla che tanta desolazione? Non c'era proprio il modo di riempire gli spazi dell'Auditorium? Non dico per guadagnarci, ma almeno per non dare quella sensazione di "scusateci, abbiamo finito i soldi" che in un momento come questo proprio non aiuta. C'era la pista di pattinaggio su ghiaccio, ma tristissima ed ingombra di una umanità tanto infreddolita quanto poco divertita.

Il luogo è bello, bellissimo. La cornice prestigiosa, il tabù del "cultura alta o morte" infranto già da tempo e con buona pace di tutti. Sarei curioso di sapere se è andata così per una volontà precisa, per mancanza di idee oppure a causa di contrattempi. 

Non è la prima volta che andando all'Auditorium per qualche manifestazione ne ricavo la stessa sgradevole impressione di occasione mancata. Occasione mancata di fare le cose in grande o anche solo di fare le cose bene.