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un blog di Alessandro Nasini

Ignite, una iniezione che consiglio a tutti.

Bella serata ieri sera all'Antù dove si è svolto il primo #Igniteitalia del 2010 organizzato da Elastic di Nicola Mattina.

Formula secca, che lascia poco spazio agli errori: 5 minuti, 20 slide (non una di più, non una di meno) per parlare di un argomento a propria scelta. Non ce ne è per nessuno e non si fanno prigionieri: se le slide sono slide ben fatte, il tema interessa, l'oratore è sveglio, quei cinque minuti sono un successo. Se una sola delle componenti fallisce, c'è da sperare che gli ortaggi lanciati siano almeno a Km zero (vista la sede che ha ospitato l'incontro). Naturalmente scherzo... ma forse nemeno tanto.

Parlo in pubblico da vent'anni (dico venti così mi tolgo qualche anno...), parlavo di un tema - quello degli eBook - su cui lavoro da quindici, eppure qualche refuso sulle slide c'era, su alcune slide sono arrivato lungo e su un paio troppo corto. In attesa di scoprire in quale pozione è caduto da piccolo Davide Bennato (mi aspetto un giorno di vederlo condensare 40 slide i 3 minuti, compresa la pausa caffè...) penso mi allenerò meglio per il prossimo Ignite. Le sfide sono sempre stimolanti.

Consiglio vivamente a tutti di fare lo stesso. Chi non ha un argomento che lo appassiona e che vorrebbe condividere? Un progetto, un ricordo, un'idea, un appetito: non importa cosa, importa solo che sia una cosa vostra. E che entri in 20 slide e 5 minuti.

Ci vediamo al prossimo Ignite.

Libertà Economica: siamo 76°

Quanto a libertà economica siamo al 76° posto della graduatoria elaborata ogni anno della Heritage Foundation e dal Wall Street Journal. Siamo riusciti a fare persino peggio dell'anno scorso, quando l'Italia risultò (se non ricordo male) intorno al 65° posto. Che non fossimo ad Hong Kong (prima), in Irlanda (quarta), in Svizzera (nona) o in Gran Bretagna (decima) lo avevamo intuito, ma di essere addirittura messi peggio del Madagascar è dura da digerire.

Ma è mai possibile? Governo dopo governo ogni speranza di boccata d'aria, di alleggerimento, di semplificazione viene regolarmente fatta naufragare in un nulla di fatto. Ma non c'è proprio nulla da fare? Pensare di farcela ad uscire da un crisi come l'attuale, di tornare a correre, con uno Stato che ci trattiene per il collo della giacca è ben difficile.

Viene quasi da pensare che persino dovendo affrontare i problemi che il trasferirsi in un altro paese comporta il peso sarebbe nulla rispetto a quanto dobbiamo faticare da noi. Con tutta la buona volontà di tenere duro, la tentazione di fare la valigia diventa sempre più forte.